Mercoledì 22/03/2023: il mood (e non solo un)

Sono le 23:30, forse l’orario più tardi finora in cui ho scritto cose su questo blog. Forse devo scrivere ora perché almeno poi dormo meglio, ieri sono stata mezz’ora a rigirarmi nel letto perché non prendevo sonno, solo perché avevo un po' di brio in circolo per aver scritto a quel PhD. Pensa tu.

E oggi invece sono così, non lo so, oggi sono così serena. Sapete quando le cose vanno lisce o meglio quando sai che ci sono delle difficoltà che sai che dovrai affrontare e che le potrai affrontare con i tuoi mezzi, le tue possibilità e con i tuoi tempi? Io lo so che domani dovrò capire come mettere insieme la variabile "marital status" di tre wave e che probabilmente ci metterò tutta la giornata ma vi dirò che sono contenta di metterci tutta la giornata e di potermelo permettere. Anche se il prof dice che devo accelerare, io così sono apposto.

E poi oggi il tipo delle 150 ore, moro e occhi azzurri, con le sue battuttine, mi metteva in difficoltà. Che devo fa’, il fascino dei belli io lo subisco. Li guardo e mi imbambolano. Sarà la primavera, anzi, saranno gli ormoni che mi si stanno risvegliando. Sarà il nuovo che spazza via il vecchio. Sarà che il vecchio non lo voglio neanche più pensare, e neanche vedere sulle storie di instagram tanto che sto cercando di mettermi contro la tecnologia e modificare l’algoritmo delle storie di instagram. Dai che ce la facciamo. Sono in mood “dai Ilaria che ce la fai”. Che bel mood, voglio che diventi il mood, non un mood passeggero. Piano piano, lavorando su me stessa, spero lo diventi. E domani non vedo l’ora di vedere psi per sapere quale attività mi fa fare con cartoncino, spago e post-it, spero qualcosa che mi aiuti a capire come funziono, perché è come se, da quando so un po' di più come funziono, io mi accettassi un po’ di più, mi condannassi un po’ di meno. Come se riuscissi ad essere un po’ meno severa con me stessa, e cercassi di empatizzare con quelle parti di me che proprio non mi vanno giù. Perché se non lo faccio io, chi dovrebbe farlo? Perché io lo consiglio sempre a tutti, anche se spaventoso, che lavorare su se stessi è davvero grandioso. Anzi. Meraviglioso.

E poi oggi niente la giornata è andata che: stamattina ho riaperto Stata e il codice perché devo sistemare delle cose, aggiungere variabili di controllo, capire quali variabili di controllo mettere e quali inserire nei robustness check. E poi sono andata al rinfresco portato da Stefania, che bell’ambiente la biblioteca. Poi ho fatto lezione di inglese, e anche lì mi devo impegnare seriamente per passare quest’esame. E poi sono tornata in biblio su Stata e poi sono stata a fare ape con quelli della biblioteca tra cui il tipo figo delle 150 ore.

E poi sono tornata a casa, cena al volo, e poi ballo. Guardateci, quanto siamo bravi. Me lo dico da sola, ma lo siamo.

Unica nota dolente a piè di pagina: da oggi sono ufficialmente fuori dallo staff dello sferisterio. Mi duole il cuore, pensare di non lavorare più là dentro. Ma credo sia la giusta decisione per lavorare a pieno sul dottorato e stare concentrata lì, lo faccio per me. L’esperienza allo sferisterio è stata sicuramente formativa, arricchente, ma per ora dico basta. Poi, chissà, se in futuro ci sarà l’occasione di tornarci. Vedremo. E vedremo anche cosa significare fare un estate senza Sferisterio, che mica lo so cosa si fa d’estate senza lo Sferisterio. Vedremo.