Pensieri alla rinfusa

Come disse una volta la mia saggia amica Anna: "chi non sarebbe il tipo?" Come aveva ragione. "Che fai te ne privi?" infatti è il mio motto. C'era la vibes, c'era il sole che scendeva, una bottiglia di vino bianco anche se lui preferisce il rosso. C'erano degli stuzzichini. C'ero io molto carina e lui molto carino, definitely not my type ma non disdegno niente. C'era lui anche younger than me; ho un debole per quelli più piccoli, camm'a fa'. E poi c'erano le cheat chat. What do you do in the weekend, what do you think of.., I am scared about the water coming but no one drop will hit us, you are a good person, I like your vibes. C'erano anche altre persone e c'era anche un limone non curante delle altre persone.

Non so ma a volte mi sembra di vivere davvero in un film. Sono queste cose fuori dall'ordinarietà che mi fanno sentire più viva del solito. Che mi fanno sentire di vivere ancora di più. Stamattina ho pensato che sono un po' ribelle. Decisamente negli ultimi anni lo sono diventata: ribelle contro le convenzioni sociali, ribelle contro quello che ho sempre fatto, ribelle contro quello che significa essere brava, o meglio una brava ragazza. Ribelle contro la società che ci vuole fidanzate, sposate o affigliate entro i 30. Ribelle contro l'università, dove come dico sempre mi sento un pesce fuor d'acqua, una mosca bianca. Mi piace però sentirmi ribelle. Anna mi ha detto settimana scorsa che sono una persona fuori dalle righe, mi è piaciuta. Ha detto "a me piacciono le persone come te, come Mary, perché siete diverse". A volte sento che le persone mi guardano male. Sicuramente lo fanno, vedendomi così elettrizzata. Eppure io sono contenta di esserlo, mi (dis)piace che non mi omologo alla massa.