Lunedì 19 febbraio

Venerdì ho avuto la presentazione ai seminari di Economy of Francesco. Mi sento molto bene quando presento, molto meno bene quando devo rispondere alle domande. "hai esposto bene", "cara mia", "devi prendere dimestichezza con le presentazioni" sono le parole del prof, che mi rincuorano. Sembra che ci stiamo capendo, piano piano. Sembra che lui stia capendo me, sembra che io stia capendo me stessa, sembra che io stia esigendo meno da me stessa se mi ricordo che non sto facendo qualcosa per cui sono tagliata. Eppure è tutto stimolante, eppure è tutto una corsa con il tempo, che ti da energia. Vedo la fine e quando vedo la fine sono sempre più motivata. E' stato così per il terzo anno di triennale, è stato così con l'ultimo di magistrale. E' così con l'ultimo di dottorato. E' così che oggi leggendo la tesi di mia sorella mi è venuta una gran voglia di avere tra le mani la mia di tesi. Che non so come sarà, come uscirà, se sarà buona, se sarà pubblicabile. Ma mi è venuta voglia di visualizzarla, di scrivere. Eppure mi sento che vado molto lenta, eppure mi sembra di perdere tempo dietro a esperienze poco utili per il dottorato. La radio, non so se la voglio fare più. Mi pesa, mi grava. Mi voglio focalizzare solo sulla ricerca senza sentirmi per questo inferiore, senza sentirmi per questo non abbastanza. Non lo so se questo sarà il mio futuro, dico sempre di no perché bho non mi sento nel mio. Eppure lo scorso anno è stato tanto faticoso, troppo, per non provare a fare la ricercatrice una volta finito il dottorato. Eppure questo è il mio presente, e al futuro ci penserò tra un anno, quando arriverà. Ora so solo che sono protesa, tesa, verso la ricerca di senso, verso la ricerca di me, verso la ricerca di opportunità, verso la ricerca di verità. Per quale verità siamo qua? Lo scriveva D'Avenia settimana scorsa: cosa ci ha chiamato qua, su questa terra? Cosa siamo venuti a fare?

Siamo venuti ad essere felici

Dovremmo ricordarci solo di questo